mercoledì 5 giugno 2019

PERCORSO ENOGASTRONOMICO 

Vi proponiamo un itinerario da percorrere comodamente in bicicletta nelle zone del goriziano.

Capriva-Spessa: 1 km
Spessa-Farra d'Isonzo: 5 km
Farra d'Isonzo-Mossa: 5 km
Mossa-Lucinico: 2 km


Partendo da Capriva troviamo l'azienda agricola di Mario Schiopetto, quella di Roncus, quella di Pighin e Villa Russiz.
A solo 1 km passiamo alla località di Spessa, dove possiamo trovare le aziende di Zorzettig, Pié di Mont, Muzic, Castel San Mauro, la Castellada ed il Castello. Le origini di quest'ultimo risalgono al 1200 e per anni fu dimora della nobiltà friulana, fino a quando fu acquistato dalla famiglia Pali che lo rese ciò che è oggi.
Proseguendo per Farra d'Isonzo ci soffermiamo all'azienda Colmello di Grotta, ricordando anche la Tenuta Villanova, Villa Parens e Cantina Jermann.
Arrivando a Mossa incontriamo l'azienda Turus e la più rinomata azienda Codelli, sino a giungere all'ultima tappa del nostro itinerario: Lucinico, dove ci accoglie l'azienda Blanchis, conosciuta soprattutto come agriturismo, che offre i classici vini bianchi del Collio.
I vini più importanti di queste zone sono: bianchi, rossi, grappe, cru, Merlot, Cabernet; Chardonnay, Tocaj (friulano e nero), Pinot (bianco e grigio), spumante di Ribolla Gialla e altri spumanti.

Tour eno-gastronomico a Cormons


Per scoprire tutti i sapori e le bellezze della zona del Collio Cormonese proponiamo un tour eno-gastronomico in bicicletta.

La prima tappa sarà presso la cantina "Winery Drius", che si trova alle pendici del Monte Quarin.Più tardi ci si recherà alla tenuta di Angoris, una tra le più famose della zona e l'unica ad aver partecipato al concorso "Vinitaly". In queste due cantine si possono degustare vini eccellenti, come il Pinot, la Malvasia, il Merlot e il Cabernet Sauvignon.
Successivamente passando per i vigneti, si arriverà al "Restaurant Wine Bar Poderi di Angoris" per il pranzo, dove si potranno assaggiare le specialità di questa zona.
Nel pomeriggio si potrà fare una passeggiata attraverso il bosco di Plessiva e, verso ora di cena, ci si potrà fermare presso "L'Osteria de la Subida", che offre un'ottima atmosfera accogliente e caratteristica del Collio.

lunedì 3 giugno 2019

PALAZZO STRASSOLDO


LA RESIDENZA GORIZIANA DELL'ENTOURAGE DI CARLO X

Nel cinquecentesco Palazzo Strassoldo, che prende il nome da una delle più antiche famiglie patrizie di Gorizia, si stabilì nel 1830 la Corte dei Reali di Francia, giunti a Gorizia, allora considerata la "Nizza Austriaca".


Mentre Carlo X, in esilio da Vienna, aveva preso dimora a Palazzo Coronini, suo figlio, Luigi Antonio XIX, duca d'Angouleme, che nel 1799 aveva sposato la cugina Maria Teresa Carlotta, si era stabilito a Palazzo Strassoldo, in pazza Sant'Antonio. Con loro vi erano anche i due giovani nipoti, Enrico conte di Chambord, l'erede designato al trono di Francia, e sua sorella Luisa Maria, figli del secondogenito di Carlo X, il defunto duca di Berry.
A seguito della morte del vecchio re, il duca di Angouleme Luigi Antonio, con il nome di conte di Marnes accettò il titolo reale e palazzo Strassoldo divenne luogo d'incontro per numerosi ospiti francesi.
A Gorizia, dove visse fino al 1844, la famiglia reale partecipò attivamente alle attività culturali e mondane della città.
Nel giardino dietro il palazzo, il giovane Enrico si dedicava tutte le mattine al tiro al bersaglio, mentre nelle prime ore del pomeriggio usciva per lunghe passeggiate nelle campagne circostanti. Abbiamo saputo dall'ultima proprietaria del palazzo, che abbiamo avuto il piacere di conoscere durante una nostra visita, che il conte Enrico, appassionato di rose inglesi, piantò in questo giardino un meraviglioso roseto che è stato ricreato per la sua inaugurazione come Hotel nel 2004.
Maria Teresa, chiamata anche Madame Royale, invece si allontanava tutte le mattine dal palazzo per ascoltare nel vicino Duomo la prima messa, mentre Luigi XIX soleva ascoltarla nella chiesa dei francescani a Castagnevizza, dove era stato sepolto suo padre. Le sale del palazzo ospitarono eventi artistici e Maria Teresa occupava la stanza ad angolo in primo piano tra la piazza ed il giardino che raggiungeva direttamente dai suoi appartamenti. Abbiamo saputo che tutte le stanze dell'attuale albergo riportano i nomi di questi illustri ospiti e prende il nome di "Entourage" proprio dall'entourage di Carlo X.

Dopo l'ultimo saluto al marito Luigi, anche lui sepolto accanto a Carlo X nella cripta della chiesa del vicino convento della Castagnevizza, Maria Teresa trasferì la propria residenza in Austria.
Con la partenza dei Borbone da Gorizia si chiude un' epoca anche per il Palazzo che avrebbe riaccolto entro breve i membri proprietari originari della famiglia Strassoldo.
Oggi il palazzo che si affaccia sulla Piazza San'Antonio è sede dell'Hotel Entourage che oggi è di nuovo in fase di ristrutturazione per tornare al pubblico in tutto il suo splendore.

sabato 1 giugno 2019

ADELIGE WOHNKULTUR


Im Spätmittelalter gehörte das Bewohen von Burgern und Schlössern zu den Vorrechten des Adels. Die Burgen und Schlösser waren mit eleganten und kultivierten Mobiliaren ausgestattet und deshalb symbolisierten sie Reichtum, Macht und Bildung.
Die Einrichtung bestand aus gemauerten Sitzgelegenheiten in den Fensternischen, Holzdecken, Holzschränken und Holzbänke.
Es gab kleine Fenster und die Teppiche schmückten die Wände. Holzläden, Leinwände und Felle wurden benutzt, um sich vor Kälte, Wind Regen oder Schnee zu schützen. Die Wohnqualität hing davon ab, wenn die Zimmer über Kamine oder Kachelöfel verfügten.


Das Bild stellt eine Truhe dar, die mehr Funktionen hatte und das Universalmöbel der Zeit war. Die Truhen waren nicht nur Reisekoffer, sondern auch Einrichtunggegenstände. Als Paola Gonzaga und Leonard von Görz heirateten, zog sie mit ihm nach Schloß Bruck und sie brachte vier Truhen mit Kleidern, Büchern und Schmücken mit.

Battistel Gaia
Kodermaz Elisa
Pozzobon Michelle
Varin Alessia


DAMALS WIE HEUTE – LUXORIÖSE KLEIDUNG ALS PRESTIGEOBJEKT: PAOLAS “LANG ROCK”, “UNDTER ROCK”, “MANTTL” UND MODISCHE ACCESSOIRES



Im 15. Jahrhundert trugen die adeligen Frauen Kleider mit tiefen Dekolltès und schleppenden Röcken. Zu den beliebtesten Kleidern der Herren zählen Schultermantel, ein kurzes Wams und dazu zweiteilige strumpfartige Beinlinge.
Die Farben kennzeichneten die Volksschichten: graue Farbtöne für die unteren Volksschichten, leuchtende Farben für die höheren Ränge.
Es gab bestimmte “Kleiderordnungen”, die die gesellschaftliche Hierarchie symbolisieren sollten. Diese Vorschriften reglementierten für jeden Stand Art, Menge und Farbe der Stoffe.

Paolas “Lang Rock”, “Undter Rock” und “Manttl”
Eine wichtige Quelle stellt das Brautschatzinventar von Paola Gonzaga dar. Die zahlreichen “Lang Röck”, “Vber Rock”, “Undter Rock” und “Manttl” waren aus Wolltuch und kostbaren Stoffen als Atlas, Damast, Samt, unterfüttert mit Leinen, Baumwollstoff oder Wolltuch.
Ihre Kleider waren mit golden Knöpfen, Perlen, Borten oder Edelsteinen dekoriert.
Eine andere extravagante Spielart der Mode waren die auswechselbaren Ärmel.

Modische Accessoires
Der Handschuh – ein Beispiel dafür sieht man auf dem Bild - und die Gürtel waren schmückender Luxusgegenstand. In Paola Gonzagas Brautschatz sind mehr als ein Dutzend Gürtel angegeben.



Novelli Francesca, Graziano Domenico, Dibarbora Alessia, Piccinno Gaia

giovedì 30 maggio 2019

HÖFISCHE RITTERSPIELE


Auf dem Bild rechts “Rennen”,”Stechen”, zweikampf und “Murmery” sieht man zwei Männer, die kämpfen.
Der Schwerpunkt der spätmittelalterlichen Hoffeste sind Turniere. Die Ritter haben die Möglichkeit, eigene Kampfähigkeit zu beweisen.
Ursprünglich ist das Ziel der Turniere den Krieg, d.h., Probe für den Kampf. Das Turnier verkörpert den Inbegriff des Rittertums.Am Ende des 15. Jahrhunderts verliert das Rittertum aber das Monopol von Gewalt und das Turnier wird zum gesellschaftlichen Ereignis, das das Ideal einer Ritterschlacht verkörpert. Im Mittelpunkt stehen jetzt die Einzelkämpfe wie z.B. “Stechen” und “Rennen”, die in früheren Turnieren keine Rolle spielten.
Das “Stechen”wird mit stumpfen Lanzen ausgeführt und sein Ziel ist die Lanze des Gegners zu brechen oder ihn aus dem Sattel zur werfen.
Es ist nur von Adligen und Patriziern ausgeübt, weil es eine kostspielige Spezialausrüstung erfordert.
Das gefährlichere “Rennen”, das besonders von Jungen Edelleuten bevorzugt wird, erfordert die präzise Führung einer scharfen Lanze.
Ein Maskenball, die sogenannten “Mumery”, findet am Ende des Turniers statt.



Alice Gobbo
Sara Cimenti
Tommaso Sabalino

SPIELVERGNÜGEN AM HOF VON LEONARD


Am Hof von Leonard von Görz sind die Spiele sehr beliebt. Die Berühmtesten sind das Schachspiel, die Mühle, das Damespiel und das TricTrac.

Das Schachspiel

Das Schachspiel kommt aus Indien und verbreitet sich dann in den Westen.

Im 14. Jahrhundert ist den Mönchen das Schachspiel oder die Spiele mit Brettsteinen verboten, weil sie als Todesspiele betrachtet werden.

Dagegen sind die Spiele den Bürgern erlaubt.
Die Spielsteine weisen einfache geometrische Formen auf. Sie sind aus Knochen, Elfenbein, Bernstein, Metall oder Glas und sie sind mit Symbolen oder Bildern geziert.
Wie das Bild hier rechts ziegt, sind die Spielbretter aufklappbare Spielkästen mit alle drei Spielflächen im Inneren.
Schon vor 1300 symbolieren die Spielsteine die Kräfte, die Mächte, die Gestalten des Alltags.
Ende des 15. Jahrhunderts beginnt die 
Schachspiel zu ändern: Die Dame wird zur stärksten Figur, der Bischof wird zum Läufer und der Ritter wird zum Springer.

Tommaso Mio 
Arianna Rivolta
 Francesca Spessot