mercoledì 5 giugno 2019

PERCORSO ENOGASTRONOMICO 

Vi proponiamo un itinerario da percorrere comodamente in bicicletta nelle zone del goriziano.

Capriva-Spessa: 1 km
Spessa-Farra d'Isonzo: 5 km
Farra d'Isonzo-Mossa: 5 km
Mossa-Lucinico: 2 km


Partendo da Capriva troviamo l'azienda agricola di Mario Schiopetto, quella di Roncus, quella di Pighin e Villa Russiz.
A solo 1 km passiamo alla località di Spessa, dove possiamo trovare le aziende di Zorzettig, Pié di Mont, Muzic, Castel San Mauro, la Castellada ed il Castello. Le origini di quest'ultimo risalgono al 1200 e per anni fu dimora della nobiltà friulana, fino a quando fu acquistato dalla famiglia Pali che lo rese ciò che è oggi.
Proseguendo per Farra d'Isonzo ci soffermiamo all'azienda Colmello di Grotta, ricordando anche la Tenuta Villanova, Villa Parens e Cantina Jermann.
Arrivando a Mossa incontriamo l'azienda Turus e la più rinomata azienda Codelli, sino a giungere all'ultima tappa del nostro itinerario: Lucinico, dove ci accoglie l'azienda Blanchis, conosciuta soprattutto come agriturismo, che offre i classici vini bianchi del Collio.
I vini più importanti di queste zone sono: bianchi, rossi, grappe, cru, Merlot, Cabernet; Chardonnay, Tocaj (friulano e nero), Pinot (bianco e grigio), spumante di Ribolla Gialla e altri spumanti.

Tour eno-gastronomico a Cormons


Per scoprire tutti i sapori e le bellezze della zona del Collio Cormonese proponiamo un tour eno-gastronomico in bicicletta.

La prima tappa sarà presso la cantina "Winery Drius", che si trova alle pendici del Monte Quarin.Più tardi ci si recherà alla tenuta di Angoris, una tra le più famose della zona e l'unica ad aver partecipato al concorso "Vinitaly". In queste due cantine si possono degustare vini eccellenti, come il Pinot, la Malvasia, il Merlot e il Cabernet Sauvignon.
Successivamente passando per i vigneti, si arriverà al "Restaurant Wine Bar Poderi di Angoris" per il pranzo, dove si potranno assaggiare le specialità di questa zona.
Nel pomeriggio si potrà fare una passeggiata attraverso il bosco di Plessiva e, verso ora di cena, ci si potrà fermare presso "L'Osteria de la Subida", che offre un'ottima atmosfera accogliente e caratteristica del Collio.

lunedì 3 giugno 2019

PALAZZO STRASSOLDO


LA RESIDENZA GORIZIANA DELL'ENTOURAGE DI CARLO X

Nel cinquecentesco Palazzo Strassoldo, che prende il nome da una delle più antiche famiglie patrizie di Gorizia, si stabilì nel 1830 la Corte dei Reali di Francia, giunti a Gorizia, allora considerata la "Nizza Austriaca".


Mentre Carlo X, in esilio da Vienna, aveva preso dimora a Palazzo Coronini, suo figlio, Luigi Antonio XIX, duca d'Angouleme, che nel 1799 aveva sposato la cugina Maria Teresa Carlotta, si era stabilito a Palazzo Strassoldo, in pazza Sant'Antonio. Con loro vi erano anche i due giovani nipoti, Enrico conte di Chambord, l'erede designato al trono di Francia, e sua sorella Luisa Maria, figli del secondogenito di Carlo X, il defunto duca di Berry.
A seguito della morte del vecchio re, il duca di Angouleme Luigi Antonio, con il nome di conte di Marnes accettò il titolo reale e palazzo Strassoldo divenne luogo d'incontro per numerosi ospiti francesi.
A Gorizia, dove visse fino al 1844, la famiglia reale partecipò attivamente alle attività culturali e mondane della città.
Nel giardino dietro il palazzo, il giovane Enrico si dedicava tutte le mattine al tiro al bersaglio, mentre nelle prime ore del pomeriggio usciva per lunghe passeggiate nelle campagne circostanti. Abbiamo saputo dall'ultima proprietaria del palazzo, che abbiamo avuto il piacere di conoscere durante una nostra visita, che il conte Enrico, appassionato di rose inglesi, piantò in questo giardino un meraviglioso roseto che è stato ricreato per la sua inaugurazione come Hotel nel 2004.
Maria Teresa, chiamata anche Madame Royale, invece si allontanava tutte le mattine dal palazzo per ascoltare nel vicino Duomo la prima messa, mentre Luigi XIX soleva ascoltarla nella chiesa dei francescani a Castagnevizza, dove era stato sepolto suo padre. Le sale del palazzo ospitarono eventi artistici e Maria Teresa occupava la stanza ad angolo in primo piano tra la piazza ed il giardino che raggiungeva direttamente dai suoi appartamenti. Abbiamo saputo che tutte le stanze dell'attuale albergo riportano i nomi di questi illustri ospiti e prende il nome di "Entourage" proprio dall'entourage di Carlo X.

Dopo l'ultimo saluto al marito Luigi, anche lui sepolto accanto a Carlo X nella cripta della chiesa del vicino convento della Castagnevizza, Maria Teresa trasferì la propria residenza in Austria.
Con la partenza dei Borbone da Gorizia si chiude un' epoca anche per il Palazzo che avrebbe riaccolto entro breve i membri proprietari originari della famiglia Strassoldo.
Oggi il palazzo che si affaccia sulla Piazza San'Antonio è sede dell'Hotel Entourage che oggi è di nuovo in fase di ristrutturazione per tornare al pubblico in tutto il suo splendore.

sabato 1 giugno 2019

ADELIGE WOHNKULTUR


Im Spätmittelalter gehörte das Bewohen von Burgern und Schlössern zu den Vorrechten des Adels. Die Burgen und Schlösser waren mit eleganten und kultivierten Mobiliaren ausgestattet und deshalb symbolisierten sie Reichtum, Macht und Bildung.
Die Einrichtung bestand aus gemauerten Sitzgelegenheiten in den Fensternischen, Holzdecken, Holzschränken und Holzbänke.
Es gab kleine Fenster und die Teppiche schmückten die Wände. Holzläden, Leinwände und Felle wurden benutzt, um sich vor Kälte, Wind Regen oder Schnee zu schützen. Die Wohnqualität hing davon ab, wenn die Zimmer über Kamine oder Kachelöfel verfügten.


Das Bild stellt eine Truhe dar, die mehr Funktionen hatte und das Universalmöbel der Zeit war. Die Truhen waren nicht nur Reisekoffer, sondern auch Einrichtunggegenstände. Als Paola Gonzaga und Leonard von Görz heirateten, zog sie mit ihm nach Schloß Bruck und sie brachte vier Truhen mit Kleidern, Büchern und Schmücken mit.

Battistel Gaia
Kodermaz Elisa
Pozzobon Michelle
Varin Alessia


DAMALS WIE HEUTE – LUXORIÖSE KLEIDUNG ALS PRESTIGEOBJEKT: PAOLAS “LANG ROCK”, “UNDTER ROCK”, “MANTTL” UND MODISCHE ACCESSOIRES



Im 15. Jahrhundert trugen die adeligen Frauen Kleider mit tiefen Dekolltès und schleppenden Röcken. Zu den beliebtesten Kleidern der Herren zählen Schultermantel, ein kurzes Wams und dazu zweiteilige strumpfartige Beinlinge.
Die Farben kennzeichneten die Volksschichten: graue Farbtöne für die unteren Volksschichten, leuchtende Farben für die höheren Ränge.
Es gab bestimmte “Kleiderordnungen”, die die gesellschaftliche Hierarchie symbolisieren sollten. Diese Vorschriften reglementierten für jeden Stand Art, Menge und Farbe der Stoffe.

Paolas “Lang Rock”, “Undter Rock” und “Manttl”
Eine wichtige Quelle stellt das Brautschatzinventar von Paola Gonzaga dar. Die zahlreichen “Lang Röck”, “Vber Rock”, “Undter Rock” und “Manttl” waren aus Wolltuch und kostbaren Stoffen als Atlas, Damast, Samt, unterfüttert mit Leinen, Baumwollstoff oder Wolltuch.
Ihre Kleider waren mit golden Knöpfen, Perlen, Borten oder Edelsteinen dekoriert.
Eine andere extravagante Spielart der Mode waren die auswechselbaren Ärmel.

Modische Accessoires
Der Handschuh – ein Beispiel dafür sieht man auf dem Bild - und die Gürtel waren schmückender Luxusgegenstand. In Paola Gonzagas Brautschatz sind mehr als ein Dutzend Gürtel angegeben.



Novelli Francesca, Graziano Domenico, Dibarbora Alessia, Piccinno Gaia

giovedì 30 maggio 2019

HÖFISCHE RITTERSPIELE


Auf dem Bild rechts “Rennen”,”Stechen”, zweikampf und “Murmery” sieht man zwei Männer, die kämpfen.
Der Schwerpunkt der spätmittelalterlichen Hoffeste sind Turniere. Die Ritter haben die Möglichkeit, eigene Kampfähigkeit zu beweisen.
Ursprünglich ist das Ziel der Turniere den Krieg, d.h., Probe für den Kampf. Das Turnier verkörpert den Inbegriff des Rittertums.Am Ende des 15. Jahrhunderts verliert das Rittertum aber das Monopol von Gewalt und das Turnier wird zum gesellschaftlichen Ereignis, das das Ideal einer Ritterschlacht verkörpert. Im Mittelpunkt stehen jetzt die Einzelkämpfe wie z.B. “Stechen” und “Rennen”, die in früheren Turnieren keine Rolle spielten.
Das “Stechen”wird mit stumpfen Lanzen ausgeführt und sein Ziel ist die Lanze des Gegners zu brechen oder ihn aus dem Sattel zur werfen.
Es ist nur von Adligen und Patriziern ausgeübt, weil es eine kostspielige Spezialausrüstung erfordert.
Das gefährlichere “Rennen”, das besonders von Jungen Edelleuten bevorzugt wird, erfordert die präzise Führung einer scharfen Lanze.
Ein Maskenball, die sogenannten “Mumery”, findet am Ende des Turniers statt.



Alice Gobbo
Sara Cimenti
Tommaso Sabalino

SPIELVERGNÜGEN AM HOF VON LEONARD


Am Hof von Leonard von Görz sind die Spiele sehr beliebt. Die Berühmtesten sind das Schachspiel, die Mühle, das Damespiel und das TricTrac.

Das Schachspiel

Das Schachspiel kommt aus Indien und verbreitet sich dann in den Westen.

Im 14. Jahrhundert ist den Mönchen das Schachspiel oder die Spiele mit Brettsteinen verboten, weil sie als Todesspiele betrachtet werden.

Dagegen sind die Spiele den Bürgern erlaubt.
Die Spielsteine weisen einfache geometrische Formen auf. Sie sind aus Knochen, Elfenbein, Bernstein, Metall oder Glas und sie sind mit Symbolen oder Bildern geziert.
Wie das Bild hier rechts ziegt, sind die Spielbretter aufklappbare Spielkästen mit alle drei Spielflächen im Inneren.
Schon vor 1300 symbolieren die Spielsteine die Kräfte, die Mächte, die Gestalten des Alltags.
Ende des 15. Jahrhunderts beginnt die 
Schachspiel zu ändern: Die Dame wird zur stärksten Figur, der Bischof wird zum Läufer und der Ritter wird zum Springer.

Tommaso Mio 
Arianna Rivolta
 Francesca Spessot


mercoledì 29 maggio 2019

DIE JAGD – EIN FÜRSTLICHES VERGNÜGEN IM 14. UND 15. JAHRHUNDERT




Für die Jagd verwendete man nicht nur Waffen, sondern auch Tiere wie Hunde und Falken. Die Jagd auf Tiere, die in freier Wildbahn lebten, war nämlich eines der beliebtesten Vergnügen des höfischen Lebens in Lienz, Mantua und Görz. Die Jagd war sowohl eine sportliche Übung, als auch ein Abenteuer und Kräftemessen. Besonders in den Berggebieten der Grafschaft Görz durften nur die Landesfürsten und die Adligen jagen.
Die gefährlichsten Tiere – Bären oder Wölfe - konnten von jedem getötet werden, auch von Bauern, die aber den Blag des toten Tieres zum Jägermeister abliefern mussten. Am Lienzer Hof war die Populärste Jagd die Treibjagd, die mit Hilfe der Jagdhunde durchgeführt wurde.
Die Verwandten aus Mantua baten Leonard um solche Tiere und er bekam im Gegenzug Jagdfalken.
Die Jagd mit dressierten Raubvögeln war in Mantua sehr verbreitet und bei Frauen beliebt, weil sie keine körperliche Anstrengung erforderte und auch zu Pferd ausgeübt werden konnte.
Auch Paola Gonzaga, Tochter der Familie Gonzaga aus Mantua, genoss diese Jagdart. Mit 5 Jahren hatte sie die Möglichkeit, diese Jagd auszuprobieren. Sie war in der Lage, drei Wachteln und einige Fasane zu fangen.


lunedì 27 maggio 2019

PALAZZO CORONINI CRONBERG

PALAZZO CORONINI

Il Palazzo Coronini Cronberg è una dimora storica risalente alla fine del Cinquecento. Oggi è sede dell'omonima Fondazione.
Passeggiando attraverso le quindici sale che compongono il percorso museale, tra cui la stanza dove nel 1836 morì Carlo X, ultimo re di Francia, il visitatore è trasportato d'incanto indietro nel tempo, grazie all'atmosfera calda e suggestiva delle sale con arredi cinque e seicenteschi del piano terra, ai suntuosi salotti settecenteschi, alle sale impero e agli ambienti ottocenteschi del piano nobile. 
Soprammobili, argenti, porcellane, cristalli, fotografie, ritratti e oggetti di uso quotidiano ricreano l'atmosfera di un'abitazione realmente vissuta, lasciando percepire in ogni stanza la presenza degli antichi proprietari.
Tra ricordi e cimeli di famiglia si possono ammirare opere d'arte di straordinario valore:dipinti attribuiti a Bernardo Strozzi e a Rubens, tele di Alessandro Magnasco, Giambattista Langetti, Giuseppe Tominz, Vladimir L. Borovikovsky, sculture di Bertel Thorvaldsen, Giuseppe Ceracchi e Franz Xaver Messerschmidt.
 Il palazzo è circondato da uno splendido parco all'inglese di cinque ettari, nel quale si scoprono importanti reperti archeologici aquileiesi, un elegante tempietto di stile Liberty, piante rare e preziose: frassini, tigli, cedri dell' Himalaya, piante esotiche come le palme, i nespoli del Giappone, bamboo e una centenaria quercia da sughero.
Il committente dell'opera fu Carlo Zengraf, segretario degli Stati provinciali per conto della casa d'Austria tra il 1593 e il 1598. Dopo la sua morte, il palazzo, che fino ad allora era usato per funzioni politiche, fu acquistato dalla famiglia Strassoldo che lo resero un palazzo residenziale, con il proprio stemma. Fecero inoltre costruire le scuderie, che oggi hanno la funzione di biglietteria. Il 7 ottobre 1820  il palazzo fu venduto, a causa delle ingenti spese, a Michele Coronini Cronberg.
La famiglia dei Coronini giunse nel Cinquecento da Berbena, località presso Bergamo, poi  a Gorizia dove si insediarono.
Capostipite della famiglia fu Cipriano il Vecchio, che acquistò nel 1548 titoli di nobiltà. I suoi figli parteciparono attivamente ai conflitti degli Asburgo contro la Repubblica di Venezia, contro i Turchi e durante la Guerra dei Trent'anni che li vide impegnati in Boemia, Germania e Danimarca.
Però non tutti erano nobili e guerrieri, come Pompeo Coronini che, formatosi sotto la tutela dei gesuiti, divenne nel 1631 vescovo di Trieste, dove istituì il Monte di Pietà o  come il conte Rodolfo Coronini Cromberg che si distinse come uomo politico e come scrittore.       

lunedì 13 maggio 2019

LA SINAGOGA DI GORIZIA

E' stata costruita nel 1756, e fu utilizzata dalla comunità ebraica fino alla sua definitiva scomparsa nel 1969 quando a causa di un numero troppo basso di componenti ebrei la comunità si trasferì a Trieste.

Nel 1978 la comunità ebraica di Trieste donò l'edificio, ormai in abbandono, al comune di Gorizia perché venisse restaurato e fosse destinato ad attività culturali collegate all'ebraismo. Venne riaperta nel 1984.
Per i visitatori  è stato instaurato , a pian terreno un percorso museale mentre nel secondo piano è ancora visibile il tempio.
Il museo comprende isole informative e pannelli didattici dove viene illustrata la storia del popolo israeliano dalle origini alla Diaspora.  Il primo insediamento ebraico a Gorizia si registrò in epoca medievale, nel 1790  Giuseppe II d'Asburgo con l' Editto  di Tolleranza riconobbe agli ebrei gli stessi diritti degli altri sudditi.
L'edificio si trova in via Graziadio Isaia Ascoli 19.
La facciata è adornata da un grande rosone e sormontata dalle Tavole della Legge.
All'interno si trova un cortile di ingresso, restaurato nel 1894, con una lapide che ricorda  i 45 ebrei goriziani deportati durante il secondo conflitto mondiale.
Si trova  la scultura  moderna raffigurante la Menorah dello scultore Simon Benetton.
Enrico Rocca, personaggio di rilievo nel campo del giornalismo e direttore di importanti giornali italiani, di famiglia e di religione ebraica scrisse numerosi articoli sulla nostra meravigliosa Gorizia.


SCRITTO DA:
MASA 2000

sabato 4 maggio 2019

LA ROSA DI GORIZIA


SULLE TRACCE DEL GUSTO

Se visiti Gorizia non puoi non assaggiare la gustosa "Rosa di Gorizia", una varietà locale di radicchio. Il Collio è l'unico posto al mondo dove nasce un radicchio a forma di rosa: il suo color rosso ed il suo dolce sapore hanno conquistato il cuore degli chef più rinomati al mondo e non solo!

La storia della Rosa di Gorizia risale già ai tempi degli Asburgo, ma le prime fonti scritte comparvero nel volume “Gorizia – la Nizza austriaca” del 1873, scritto dal Barone Carl von Czoernig-Czernhausen, vissuto a Gorizia nella seconda metà dell'800. Nel volume, tra la descrizione dei legumi coltivati nella città, viene citata anche una “cicoria rossastra” coltivata nella piana tra Gorizia e Salcano e, in misura minore nelle aree periferiche della città.

La Rosa di Gorizia ha avuto in passato una grande importanza per l’economia della città che era basata prevalentemente sull'agricoltura e che contava molto sulla produzione di questo particolare radicchio. Gli agricoltori più anziani della zona ricordano di averlo sempre prodotto perché una delle poche e sicure fonti di reddito durante la fredda stagione invernale goriziana.
Una delle ipotesi sull'origine della Rosa nel territorio goriziano riferiscono di un signor Vida, sfuggito a un'epidemia di peste scoppiata in Veneto portando con sé i semi a Gorizia. Vida potrebbe aver trasportato sementi del radicchio rosso di Chioggia, o forse quelle del radicchio di Chioggia, che una volta seminate nei terreni goriziani avrebbero dato origine della Rosa di Gorizia.
Un'altra ipotesi fa risalire l'origine delle sementi alla contessa di Gorizia, Leukardis, dal 1046 al 1072 badessa del monastero di Castel Badia, dove le monache erano pratiche nella coltivazione di fiori e ortaggi, i quali, a causa del clima rigido, avevano necessità di particolari cure. Visti i rapporti strettissimi che ai tempi sussistevano tra quelli che oggi sono i territori della Val Pusteria del goriziano, si può immaginare che tra i due luoghi ci fossero scambi frequenti di prodotti.
Per concludere vi delizieremo con una gustosa e breve ricetta!

Gnocchetti di ricotta con la rosa di Gorizia:



1 radicchio Rosa di Gorizia
olio EVO
500 gr. di ricotta
100 gr. di ricotta affumicata
1 uovo
1 cucchiaio di farina
sale q.b.
pepe q.b..
burro q.b.

giovedì 2 maggio 2019


IL MERLETTO GORIZIANO



Il merletto goriziano è un merletto a fuselli realizzato a mano in Friuli Venezia Giulia secondo tecniche definitesi nel corso del tempo nel contesto culturale e didattico del territorio goriziano.
E' un prodotto artistico, unico o a numero limitato, che si distingue per la bellezza estetica diversa per accuratezza, precisione, regolarità ed uniformità di esecuzione.

Viene realizzato rigorosamente a mano, utilizzando il tombolo con bastoncini detti “fuselli”.
La buona qualità esecutiva dipende dall'equilibrio nella tensione dei filati e dalla pulizia del manufatto. Viene prodotto prevalentemente con filati di buona qualità, che possono essere di fibre naturali come lino, cotone, seta, canapa oppure con derivanti della plastica quali nylon o poliestere.
Per alcune lavorazioni più pregiate vengono impiegati oro e argento che sono molto difficili da lavorare. Oggi, talvolta vengono realizzati gioielli con la tecnica del tombolo e filati dorati o argentati il cui valore può aumentare se vengono incastonate pietre preziose.

Le origini della produzione di merletti a Gorizia è legata all'arrivo in città dell'ordine delle Orsoline (ordine monastico nato a Brescia), dal 1672.
Precedentemente Gorizia era stata un piccolo centro commerciale dov'era assente un ceto fondato sulle attività artigianali e commerciali: per questi motivi non esistevano le condizioni di mercato, né quelle produttive, in grado di favorire un'attività artigianale del merletto. Tra il Seicento e il Settecento il borgo diventò un riferimento stabile per numerosi artigiani della seta. 
In questo contesto l'insediamento delle Orsoline si stabilì nella comunità diventando un punto di riferimento per la nobiltà goriziana, poiché attivarono un "educandato", ovvero un convitto aperto anche ad allieve non destinate alla vita monastica e una vera e propria scuola rivolta all'esterno.  
Fu forse proprio la fondatrice del convento, madre Catherina Lambertina de Pauli Stravius (1633 -1693) ad introdurre nella scuola l'arte del merletto.
Nel 1679 fu registrata un'entrata di 110 scudi proveniente dalla vendita di questi preziosi tessuti.

La tradizione viene portata avanti nel XIX secolo con corsi tenuti nelle scuole introdotti dall'Impero austroungarico e organizzati dalla Scuola centrale di merletti di Vienna. 
Dopo la seconda guerra mondiale, a partire dall'anno scolastico 1946-47, proseguirono i corsi di merletto scolastici, dal 1978 organizzati dalla Scuola dei corsi merletti di Gorizia, diffondendosi in tutto il territorio della regione.


La struttura regionale "Scuola dei corsi merletti di Gorizia", nata nel 1978, svolge attività didattica in tutte e quattro le province del Friuli Venezia Giulia e si occupa della valorizzazione del proprio patrimonio e dell'organizzazione di mostre, convegni e concorsi.

Vale la pena una visita presso i Musei provinciali, dove , nelle sale del Museo della moda e delle arti applicate, è possibile ammirare una collezione di merletti goriziani settecenteschi.






lunedì 15 aprile 2019

Gusto e amore per il territorio: a luglio la nuova edizione del premio Giacomo Casanova al Castello di Spessa

Il Castello di Spessa è inscindibilmente legato all’affascinante figura di Giacomo Casanova, il quale, pur essendo conosciuto per la propria abilità di seduttore, fu soprattutto un rappresentate di spicco della cultura settecentesca e un ispirato letterato.
Per questo nel 2003, grazie all’iniziativa dell’associazione “Amici di Casanova”, è stato indetto il "Premio Giacomo Casanova – Castello di Spessa". Il riconoscimento, la cui cerimonia di consegna si svolge annualmente al castello, è conferito agli autori della “migliore opera ispirata ai valori di libertà, della tolleranza, e dell’apertura alle altre culture”.
Dal 2004 viene inoltre assegnato il Premio “Il Cavaliere di Seingalt”, titolo di cui si fregiava Casanova. L’iniziativa si prefigge di premiare un uomo che per poliedricità, eccellente cultura, per la flessibile arte di vivere, rappresenti l’ideale di uomo elegante del nostro tempo, meritando la stima del mondo femminile.
Dal 2003 sono stati premiati famosi personaggi della cultura, della letteratura e del cinema quali le scrittrici Antonia Arslan, Francesca Aloja, gli scrittori Andrea Vitali, Giorgio Pressburger, Mario Luzzatto Fegiz e dal 2010 è stato istituito un premio dedicato alla scena più seduttiva del cinema italiano: tra i vincitori Giuseppe Puccioni e Luca Guadagnino.

Quest' estate, il 12 luglio verrà celebrata  la nuova edizione intitolata 'Gusto e amore per il territorio' che ospiterà la premiazione della magnifica cornice del castello.


PREMIO GIACOMO CASANOVA

lunedì 1 aprile 2019

SULLE TRACCE DI CASANOVA

Casanova a Gorizia

Caro visitatore, lo sapevi che la nostra bellissima  Gorizia è stata visitata dal famoso e iconico Giacomo Casanova?
Casanova è stato un poeta, un alchimista, un filosofo e un personaggio molto stravagante... conosciuto anche per le numerose donne conquistate,  per il suo carattere focoso e passionale. Inoltre fu anche un famoso agente segreto dell’epoca.
Nel lontano 1774, alloggiò in numerosi edifici e palazzi della nostra bellissima Gorizia come: il Palazzo Coronini, il Palazzo Lantieri, la Prefettura, Palazzo Attems, Casa Torriani e palazzo Strassoldo.
Leggiamo una testimonianza del suo passaggio a Gorizia sulla “ Gazzetta Goriziana” che recita: “Sabato 10 corrente è passato per qua il Giacomo Casanova di Saint Gall, celebre per li diversi famosi incontri da lui avuti, girando l'Europa; come non meno per le opere da lui stampate, fra le quali abbiamo già annunziato in un nostro foglio la Storia delle vicende di Polonia; ha egli inaspettatamente ottenuto il suo perdono e dopo venti anni si è restituito a Venezia sua patria”.
Sei interessato a seguire le tracce di questo affascinante letterato seduttore?
Ti consigliamo di scaricare nel tuo telefono l'app ''let's GO!'' di Gorizia da Google Play o da App Store  che ti guiderà nel percorso di visita.
Qui sotto troverai il link per facilitare la tua ricerca:
https://play.google.com/store/apps/details?id=it.infofactory.letsgo2&hl=it



PALAZZO LANTIERI DI GORIZIA


Casanova in Gorice
Dear Visitor,
did you know that our wonderful town was visited by the famous and iconic Giacomo Casanova?
G. Casanova was a poet, an alchemist , a philosopher and a very eccentric character...known also for the numerous women who fell in love with him for his passionate and hot-blooded temper . Moreover he was also a well-known secret agent of the time.
In 1774 he was lodged in many buildings and palaces of Gorizia such as: Coronini Palace, Lantieri Palace, Torriani House, Attems Palace and the Prefecture.
Are you interested in following the traces of this  fascinating seductive  man of letters ?
We suggest you should download the app Let's go in your mobile from Google play or from App  Store that will guide you in the tour.


Below you will find the link which will help you in your research:
https://play.google.com/store/apps/details?id=it.infofactory.letsgo2&hl=it


BENVENUTO! WELCOME! WILKOMMEN!

Benvenuto in questo blog multilingue!

Qui potrai trovare varie informazioni turistiche e storiche sul territorio di Gorizia, create da noi studenti dell'indirizzo turistico dell'istituto D'Annunzio.
Ogni luogo del Friuli Venezia Giulia offre spunti interessanti: dal turismo culturale a quello enogastronomico e tramite questo blog vogliamo farteli scoprire!


Welcome to this multilingual blog!

Here you can find a lot of historical and touristic  information about Gorizia and its province, collected by us, students of Istituto Turistico " D'Annunzio" Gorizia.
Each place of Friuli Venezia Giulia, offers interesting opportunities: from cultural to food and wine tourism and through this blog we want you to discover them!


Wilkommen in dieser multikulturell Blog!

Hier kannst du viele touristischen und geschichtlichen Informationen über das Gebiet von Görz  finden. Diese Informationen sind von uns, Schüler des ITAS “D’Annunzio” Oberschule mit Schwerpunkt tourismus gesammelt worden. Jeder Ort von Friaul Julische Venetien biete interessante Möglichkeiten von dem Kulturellen tourismus bis zum Kulinarischen tourismus. Mit diesem Blog möchten wir, dass Sie es entdecken!